mercoledì 30 settembre 2009

AMERICAN PIT BULL TERRIER

American Pit Bull TerrierAMERICAN PIT BULL TERRIER

Origini e storia [modifica]

Pit in inglese significa "fossa, arena", per cui è facile capire quanto le origini dell'American Pit Bull Terrier (o pit bull) siano legate al mondo dei combattimenti fra animali.

Volendo risalire agli albori del rapporto fra l'uomo ed il cane, si potrebbe sfociare nella mitologia: il Molosso, prende il nome dal figlio diAndromaca e di Neottolemo (il figlio di Achille), un cane di notevole taglia, forza straordinaria, con il muso corto e largo. Anche gliAssiri sfruttavano le caratteristiche dei molossi sia in guerra che in attività venatorie; la forza, la resistenza fisica e un forte attaccamento al padrone sono peculiarità ancora oggi riscontrabili nell'American Pit Bull Terrier.

La storia recente della razza, comunque, inizia attorno al 1845, quando negli Stati Uniti si iniziarono a selezionare, a partire da razze inglesi, ma soprattutto irlandesi, arrivati nel nuovo mondo con le grandi immigrazioni, in particolar modo a causa della famosa e devastante "peste delle patate" che spinse numerosi irlandesi a lasciare la terra natia. Costoro si portavano appresso il proprio beniamino, parte integrante della famiglia, così contribuendo alla continuazione del tradizionale sport canino anche in America. Prima di divenire American Pit Bull Terrier, grazie alla selezione dei più appassionati, tra cui ricordiamo la figura storica di John P. Colby, la razza era già stata da tempo riconosciuta a livello popolare, e gli erano stati attribuiti di volta in volta nomi come Staffordshire bull Terrier (da non confondere con l'odierno Staffordshire terrier), bull terrier, e più in generale bull dog (nome che identificava quella tipologia e che non specificava la razza che oggi detiene tale nome). Si è sentito parlare anche di Blue Paul Terrier, ma questi costituì il filone scozzese meno importante e di cui si è persa traccia agli inizi del XX° secolo. L'American pit bull terrier è un cane particolarmente agile, forte, tenace e combattivo.

Il primo secolo di storia della razza, si intreccia con quella dell' American Staffordshire Terrier, fino agli anni '30 del XX secolo, quando si cominciarono a separare due tipologie distinte.

Standard [modifica]

Non esiste uno standard della FCI in quanto la razza non è stata ancora riconosciuta dalla stessa Federazione, che riconosce solamente quattro Terrier di tipo Bull: il Bull Terrier inglese, il Bull Terrier inglese miniatura, lo Staffordshire Bull Terrier e l'American Staffordshire Terrier. Di fatto quest'ultimo condivide la stessa origine del Pit Bull. Esistono però altre associazioni che iscrivono nei loro registri gli American Pit Bull Terrier e seguono attentamente la selezione della razza. Si tratta dell' UKC (United Kennel Club) e della ADBA (American Dog Breeders Association), due federazioni che concepiscono il cane in modo differente, mantenendo standard morfo-caratteriali leggermente diversi fra loro.

L'UKC pensa ad un cane più moderno e che in qualche modo lasci alle spalle i retaggi del passato. Il cane ha una forma più compatta, una taglia leggermente maggiore (anche se esistono soggetti ADBA che possono aver maggiori dimensioni rispetto ad un UKC), testa a forma di mattone quindi leggermente più schiacciata rispetto ad un Pit Bull ADBA, e nel corso degli anni la selezione caratteriale UKC ha represso alcuni istinti tipici dell'American Pit Bull Terrier.

Al contrario l'ADBA "vuole" un cane molto più rustico, da lavoro allevato alla vecchia maniera, senza badare molto ai canoni estetici: un "potenziale combattente" che dia il massimo di sé in ogni situazione. L'ADBA si presenta più leggero e agile; caratterialmente mantiene integra quel "gameness" (ardimento, coraggio) che lo ha sempre distinto dalle altre razze canine.


Il Pit Bull è descritto come un cane tenace ed indomito,[1] estremamente coraggioso ed impavido.[2]

Nelle cronache mediatiche, questo cane è stato spesso additato come esempio di razza particolarmente feroce e pericolosa. Secondo il divulgatore David Alderton, probabilmente contro l'American Pit Bull Terrier è stato promulgato il maggior numero di leggi e normative, più che verso qualunque altra razza canina.[1] In Gran Bretagna ,per esempio, è consentito il possesso solo di esemplari registrati e castrati.[1] Anche in Italia gli attacchi di pitbull alle persone hanno spinto il governo ad emettere provvedimenti verso questa razza[3], che faceva parte di quelle elencate nellaLista delle razze canine pericolose (con l'ordinanza del sottosegrario alla Salute Francesca Martini il 24 marzo 2009 è stato eliminato dall'Ordinanza del 12 dicembre 2006, "Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani" l'allegato A che comprendeva la lista delle razze canine ritenute pericolose).[4]

Gli esperti tuttavia riconoscono la sua aggressività come di tipo intraspecifico (cioè nell'ambito della stessa specie) o predatorio (cioè verso altre specie che sono abituali prede del cane)[senza fonte]. La razza non dimostra normalmente aggressività nei confronti dell'uomo, verso cui un tipico pitbull si dimostra molto amichevole, fiducioso e sottomesso (tanto da non essere considerato un buon cane da guardia...).


AMERICAN HAIRLESS TERRIER (TERRIER CALVO)

American Hairless TerrierAMERICAN HAIRLESS TERRIER (TERRIER CALVO)

Gli American Hairless Terrier (AHT) sono molto amichevoli con gli altri cani, ma è consigliabile controllarli quando giocano con i cani più grandi, poiché tendono a credere di essere della stessa taglia, e rischierebbero di farsi male. Generalmente vanno d'accordo anche con i gatti, dopo essersi resi conto che sono loro a comandare.

Essendo dei terrier sono piuttosto vivaci, ma vivono senza problemi anche in appartamento.

Probabilmente per la mancanza di pelo, che trattiene polvere o forfora, non procurano problemi di allergia.

Non è difficile prendersi cura dell'AHT: e’ sufficiente un bagno la settimana e una protezione solare quando stanno al sole. Quotidianamente è consigliabile una crema per mantenere morbda la pelle. Un'occhiata di riguardo va data quando il cane sta in un prato con l'erba tagliata o bagnata, ma basta allontanarlo. Come tantissimi cani e’ allergico alle punture si vespe ma basta intervenire con impacchi freddi e benadryl.

Anche se sprovvisti di pelo tollerano bene il caldo e il freddo. Molti AHT vivono al nord degli Stati Uniti, dove si raggiungono temperature particolarmente rigide, protetti solo da un cappottino. Comunque è sempre meglio non tenerli all'aperto troppo a lungo quando la temperatura è molto rigida .

L'AHT e’adorabile, adatto a tutti e ha il pregio di non perdere i peli in casa, facilmente controllabile per pulci e zecche. Insomma è consigliabile a chiunque e poi è uno dei cani più rari al mondo!

Altri nomi: Cão Pelado Americano, Amerikankarvatonterrieri, Ameerika Karvutu Terrier, Amerykanski nagi terier, AmerykaĂąski nagi terier, El Terrier Pelón americano, Terrier americano sin pelo (pelón), Terrier americano senza pelo, Americký bezsrstý teriér, Американский голый терьер.


Il primo American Hairless Terrier (nudo), Josephine, nacque da un comune Rat Terrier (peloso), il 2 agosto 1972, a Trout, in Louisiana. La cucciolata era composta da altri tre piccoli con i peli.

Dalla prima cucciolata di Josephine nacque una femmina nuda, che fu chiamata Gypsy. Per otto anni non nacquero altri cani nudi. Infine, facendo accoppiare Josephine con suo figlio Sambo (peloso) si ebbe una cucciolata di quattro piccoli, due nudi e due pelosi.

Accoppiando uno di questi nudi con Josephine nacque una cucciolata composta di soli cani nudi.

Da allora, tutti gli accoppiamenti tra cani nudi hanno prodotto solo cuccioli nudi. Perciò si puo’ dire che l'American Hairless Terrier sia nato come variazione del Rat Terrier.

L'American Hairless Terrier è ora considerata una razza a sé stante, che si alleva incrociando fra di loro solo soggetti nudi, senza l'introduzione di soggetti pelosi per salvaguardare, rinforzare alcune caratteristiche come la dentizione. La nudita’ e’ un gene recessivo, non dominante come nel Cane Nudo Cinese.


Prima del 1º gennaio 2004, l'AHT era riconosciuta come la varieta' nuda del Rat Terrier. Infatti nel 1999, quando il Rat Terrier era in attesa del riconoscimento dal United Kennel Club (UKC), gli appassionati degli AHT accettarono, nell'interesse della razza, di presentarla come la varieta' nuda del Rat Terrier. Il 1º gennaio 2004 l'American Hairless Terrier divento' finalmente una razza a sé stante a tutti gli effetti. Da allora, nelle esposizioni canine, non compete più sul ring con il Rat Terrier.

ALASKAN MALAMUTE

Alaskanmalamute0b.jpgALASKAN MALAMUTE

L’Alaskan Malamute, così come lo conosciamo oggi, è un cane da slitta selezionato e allevato nella regione del Kotzebue River, sulla costa nord-ovest dell’Alaska, da una tribù Inuit nota come Malemutes o Mahlemuts. I Mahlemuts erano nomadi, dediti alla caccia e alla pesca. In un territorio gelido e ostile le migrazioni stagionali della tribù erano possibili grazie ai loro cani, gli antenati degli odierni Alaskan Malamute. Frugali e possenti con mantelli particolarmente folti, si adattavano alle rigide temperature polari, erano oltremodo resistenti capaci di trainare, tra i ghiacci, pesanti slitte per lunghe distanze. I cani erano indispensabili per lo stile di vita dei Mahlemuts, che instaurarono con loro un rapporto basato sul rispetto e l’indipendenza reciproca. Alla fine dell’ottocento in Alaska scoppiò la febbre dell’oro gente senza scrupoli, allo scopo di ottenere cani sempre più grandi e più resistenti, accoppio gli Alaskan Malamute con San Bernardo, Terranova e altri cani. Fortunatamente il suo patrimonio genetico, consolidato nei secoli, era talmente dominante che già alla terza generazione successiva all’incrocio emergeva praticamente intatto. L’Alaskan Malamute rimase sempre e solo se stesso. Ai primi del novecento, partecipò con successo a diverse spedizioni di famosi esploratori, quali Robert Elwin Pearcy e Frederik Cook, per la conquista del polo nord. Fu utilizzato anche da Roald Amundsen per la sua spedizione al polo sud. Due sono le linee di sangue che hanno influenzato la moderna selezione dell’Alaskan Malamute, la Kotzebue, e la M’Loot. C’è stata una terza linea di sangue la Hinmann-Irwin dal nome dei proprietari dei cani, che però è stata meno importante rispetto alle prime due. Nel corso del tempo, sempre più allevatori hanno selezionato incrociando le linee di sangue. Al giorno d’oggi sono quasi fuse tra loro e spesso le tipicità, Kotzebue o M’Loot, la fanno le caratteristiche morfologiche del soggetto piuttosto che il suo pedigree. I soggetti della linea Kotzebue si distinguono per il colore, solo grigio-lupo, la taglia più contenuta, la struttura mesoforme, con tronco a botte, torace cerchiato, disceso e profondo. La testa più larga con orecchie piccole, lo stop più marcato, il muso voluminoso e più corto. Il movimento più sciolto e ritmato con una forte spinta del posteriore. Il carattere più socievole. Gli M’Loot hanno colori diversi, una taglia superiore, sono più alti sugli arti, con il torace più stretto. La testa più stretta, le orecchie più lunghe, il muso più sottile e lungo. Il movimento più duro e controllato. Il carattere meno socievole. Nel 1935 c’è stato il riconoscimento ufficiale della razza, il primo standard fu redatto sul mitico Ch Gripp of Yukon, un soggetto puro Kotzebue, di proprietà dell’allevatrice Eva Seeley. Volendo citare altri top ten, di sempre, vere e proprie leggende, riproduttori straordinari che hanno contribuito in modo determinante al miglioramento della razza ricordiamo:

• Ch Toro of Bras Coupe, di proprietà di Earl e Natalie Norris, allevamento Kuvak.

• Ch Apache Chief of Husky Pak, detto Geronimo, e sua sorella Ch Arctic Storm of Husky Pak, detta Tacoma, di proprietà del mitico Robert Zoller e sua moglie Laura, allevamento Husky Pak.

• Ch Tigara’s Torch of Arctica, e suo figlio Ch Voyageur’s Cougar, di proprietà di Dee e Dorothy Dillingham, allevamento Tigara.

• Ch Uyak Buffalo Bill, di proprietà di Candee Hager, allevamento Karohonta.

• Ch Inuit’s Wooly Bully, e suo figlio Ch Inuit’s Sweet Lucifer, di proprietà di Sheila Balch, allevamento Inuit.

• Ch Glacier’s Storm Kloud, di proprietà di Loie e James Olmen, allevamento Glacier, venduto poi a Nancy Russel che attribuì il nome al suo allevamento Storm Kloud.

Condizioni di vita così estreme hanno sottoposto l’Alaskan Malamute a una dura selezione naturale, alla quale sono sopravvissuti solo i soggetti più forti e temprati. Il duro lavoro trainando la slitta, spesso in condizioni a dir poco proibitive per altre razze, lo ha forgiato fisicamente e caratterialmente. Tutto ciò ci ha consentito di ereditare una razza con un patrimonio genetico solido e intatto, con soggetti resistenti, equilibrati psichicamente, e dotati morfologicamente.

L’Alaskan Malamute è un cane gerarchico, abituato a lavorare in muta con ruoli ben definiti, accetta la convivenza con altri cani dopo aver stabilito la gerarchia cosa che, con soggetti dominanti, può avvenire anche in modo cruento. Tra le peculiarità più sorprendenti c'è la straordinaria resistenza al traino, rispetto ad altre razze. L’intelligenza e l’istinto fuori dal comune che, associati all’eccezionale senso dell’orientamento insito nel suo DNA, gli consentono di decidere per il meglio in qualunque situazione. In America, inoltre, è utilizzato con enorme successo come cane guida per i non vedenti, che la dice lunga sulle sue qualità.

Ciò che invece affascina di più dell’Alaskan Malamute, è senza dubbio il suo movimento con portamento fiero. La grande potenza che esprime, con la spinta del posteriore e l’allungo dell’anteriore, associata all’andatura ritmica e sciolta, gli consente di economizzare energie e nel contempo coprire molto terreno.

Carattere [modifica]

Come cane nordico, l’Alaskan Malamute, è all’ultimo grado di evoluzione psicosomatica del lupo. In lui spicca una marcata indipendenza, massimo grado di socializzazione, e alto grado di curiosità. Assolutamente inadatto alla guardia, poiché non teme l’uomo e accoglie amichevolmente qualsiasi estraneo. Pur non nutrendo affetto esclusivo riconosce il suo capobranco, in genere il proprietario, per il quale ha una certa propensione. L’Alaskan Malamute è un cane molto leale, pronto al gioco se invitato. Un compagno ideale per escursioni tra la natura siano esse podistiche, ciclistiche o in slitta. Con la maturità i maschi tendono a diventare più dignitosi, mentre le femmine restano più espansive. La convivenza, con un cane in genere e un Alaskan Malamute in particolare, è un confronto tra intelligenze il cui risultato è meno scontato di quello che si può pensare. L’Alaskan Malamute non è un cane territoriale come i molossoidi, e tantomeno un gregario come i cani da pastore, ma un cane gerarchico con un ruolo nel branco, stabile e ben definito. Diventa fondamentale, pertanto, farsi riconoscere e accettare come suo capobranco. Difficilmente farà cose perché costretto, vorrà essere convinto, e per convincerlo non serve farsi temere, ma è necessario conquistarsi il suo rispetto la sua fiducia.

Standard [modifica]

L’Alaskan Malamute è un cane possente di eccellenti proporzioni e ossatura, fermo in stazione sta dritto sulle zampe con una postura che gli conferisce un aspetto molto attivo e un portamento fiero. Importante è il dimorfismo sessuale che deve essere evidente. L’Alaskan Malamute è un trottatore mesoforme con torace sviluppato, ben disceso e molto profondo. La sua struttura è iscritta nel rettangolo, non troppo allungato, cioè l’altezza al garrese deve essere inferiore alla lunghezza del tronco, con angolature anteriori e posteriori moderate. Anche se c’è una naturale estensione della taglia, quella ideale è cm 63,5 x kg 38 nei maschi e cm 58,4 x 34 kg nelle femmine. La testa dell’Alaskan Malamute deve indicare un alto grado d’intelligenza, il rapporto corretto cranio facciale è leggermente brachicefalo. Deve essere larga e potente, con muso grosso e voluminoso, e lo stop evidente. Una testa leggera, cesellata, il muso lungo e sottile con lo stop sfuggente, da farlo sembrare un lupo addomesticato, è sostanzialmente scorretta. Gli occhi sono di colore marrone preferibilmente scuri, a forma di mandorla sono posti obliquamente rispetto al cranio. I colori ammessi sono vari, ma il grigio-lupo e il bianco-nero sono quelli predominanti. Il mantello è composto da un pelo di guardia folto e robusto, e un sottopelo denso lungo da cm 2,5 a cm 5. Le zampe devono essere di ossatura robusta, con piedi grandi e compatti, dita ben strette e arcuate, con cuscinetti plantari spessi e duri, ben forniti di pelo. La coda, oltre ad essere uno dei mezzi di comunicazione del cane, espleta la funzione di timone e per un cane che traina la slitta è una funzionalità fondamentale. Inserita in linea con la spina dorsale, ben fornita di pelo, non deve essere corta e non deve poggiare immobile sul dorso del cane, ma ondeggiare come una piuma per svolgere al meglio la funzione di timone.


Più che in altre razze è necessario essere coerenti e pazienti, educandolo con dolcezza e fermezza. Evitare comportamenti, anche inconsapevoli, che possono mettere in discussione il suo ruolo, seguendo alcune semplici regole:

• Non deve decidere lui quando smettere di giocare.

• Non deve dormire in alto sul letto.

• Non deve tirare al guinzaglio, non è lui che deve decidere dove andare.

Questi comportamenti in natura sono un privilegio del soggetto alfa, che nella vita domestica sono una prerogativa umana. Se l’Alaskan Malamute si convince che è lui il soggetto alfa del branco, la convivenza si potrebbe complicare. Essendo un cane frugale, ha poche necessità, un paio di spazzolate contropelo a settimana (quando è in muta anche tutti i giorni), una pulizia settimanale dei padiglioni auricolari esterni. Una dieta equilibrata con una razione quotidiana di mangime di ottima qualità, alla quale aggiungere uno o due cucchiai d’olio, per la cura del pelo. Un bagno mensile, se non si è adeguatamente attrezzati con vasca, detergente specifico e soffiatore, rivolgersi a una tolettatura, il sottopelo dell’Alaskan Malamute è difficile da bagnare, ma ancor più da asciugare compiutamente. Un controllo veterinario semestrale per feci e urina, il richiamo annuale delle vaccinazioni.

ALANO

Alano.jpgALANO

L'alano è una razza canina ritenuta tradizionalmente una delle più belle ed eleganti, non a caso l'alano è considerato l'Apollo delle razze canine. Spesso, proprio a causa della sua bellezza fisica passa in secondo piano la sua capacità di apprendimento e la sua intelligenza. Fa parte della famiglia dei molossoidi e ne ha i tratti specialmente nel muso e nella struttura ossea imponente ma si differenzia dalle altre razze di molossoidi sia per l'altezza che per la struttura decisamente meno tozza. Il suo muso è simile a quello del molosso, con testa larga e rettangolare (a differenza dei cani lupo che hanno la testa più stretta e triangolare), occhio sceso, labbro abbondante e pendente, stop marcato e orecchie larghe di forma triangolare e ricadenti, fino a qualche anno fa amputate in modo che venissero portate dritte e appuntite (conchectomia) operazione oggi vietata anche in Italia in osservanza della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia. I membri di questa razza sono in genere apprezzati come efficienti cani da guardia e da caccia ma sono principalmente cani da compagnia per la loro innata sensibilità e mancanza di aggressività. Gli Alani sono, insieme agli Irish Wolfhound, tra le razze canine più alte; nel 2007 un cane di questa razza venne proclamato il cane più alto del mondo con ben 107 cm di altezza al garrese

In molti paesi viene chiamato Great Dane o Gran Danese, nulla di più sbagliato al momento che l'alano è di nazionalità tedesca. L'equivoco nasce da una tavola disegnata dal naturalista francese George Buffon, che denominò appunto questo cane come Grand Danois (alcuni ritengono che l'errore fu causato dalla grande diffusione che la razza ebbe in Danimarca[2]). La nazionalità tedesca della razza venne codificata in un primo momento nel 1878 a Berlino, quando un gruppo di allevatori decise di catalogare sotto il nome di Deutsche Dogge (Mastino Tedesco) diversi gruppi di cani dalle caratteristiche molto simili provenienti dalla regione sud occidentale della Germania, e successivamente nel 1880, quando fu redatto il primo standard, e nel 1888 quando venne fondato il Deutsche Doggen Club

Il nome alano usato in Italia venne adottato ufficialmente nel 1920[2]: si ritiene infatti che i Deutsche Dogge discendano dai cani giunti in Europa probabilmente nel IV secolo al seguito dei guerrieri scitiAlani, o Alaunt. I cani Alaunt non persero questa loro vocazione belligerante fino al tardo Medio Evo, quando ne fu evidenziata la grande attitudine alla caccia. Divennero così cani da caccia agli animali selvatici, specialmente al cinghiale (per questo erano chiamati saupacker, cacciatori di cinghiali), ma anche al cervo e all'orso[2]. Cacciavano quasi sempre in muta, con le orecchie tagliate per evitare di venire feriti dalla preda afferrata con le potenti mascelle, non per ucciderla ma per trattenerla in attesa dei cacciatori. Poiché la tecnica di caccia consisteva nell'inseguimento al fine di stancare la preda, alcuni studiosi sostengono che, per associare alla resistenza una maggiore velocità, l'alano sia stato incrociato con il levriero. Il suo essere stato cane da guerra, lo faceva eccellere, oltre che nel combattimento e nella lotta, anche come difensore del padrone, attento custode degli interni dei castelli e delle case dei nobili. Le sue qualità di guardiano, protrattesi fino ai giorni nostri, presero rapidamente il sopravvento sia perché, anche per il suo pelo corto, preferiva il calore del focolare al freddo inverno mitteleuropeo, sia per il suo aspetto particolarmente bello ed elegante che, dal rinascimento in poi, lo fece diventare il cane di moda della nobiltà europea, che lo voleva accanto a sé nelle proprie case.

Il nuovo standard è in vigore dal 2001 e mantiene sostanzialmente le stesse indicazioni dello standard precedente tranne che che per la nuova disposizione in merito alle orecchie che dovranno essere "naturalmente ricadenti" e dunque non potranno più essere tagliate Il secondo inserimento nello standard ufficiale riguarda il mantello Platten Larghe pezzature nere su mantello bianco, che verranno giudicati insieme ai neri e ai tigrati

L'Alano è allevato in tre varietà di colori distinti: Fulvo e Tigrato, Arlecchino Nero e Platten, Blu.

  • Fulvo : Mantello dal giallo-oro chiaro al giallo-oro intenso. È ricercata la maschera nera. Piccole macchie al petto e ai piedi sono indesiderate.
  • Tigrato : Colore del fondo dal giallo-oro chiaro al giallo-oro intenso con striature nere più regolari possibile e nettamente disegnate, che seguono la direzione delle costole; è ricercata la maschera nera. Piccole macchie al petto e si piedi sono indesiderate.
  • Arlecchino bianco e nero (detto un tempo Tigerdoggen) : Fondo del mantello bianco puro, quanto più possibile privo di moschettature, con macchie nero lacca dal contorno strappato di dimensioni varie e ben ripartite su tutta la superficie del corpo. Macchie parzialmente grigie o brune sono indesiderate.
  • Nero : Nero lacca, sono ammesse macchie bianche. Fanno parte di questa varietà gli Alani Mantel Tiger, nei quali il nero copre il tronco come un mantello, mentre il muso, il collo, il petto, il ventre e l'estremità della coda possono essere bianchi, così come gli Alani Platten nei quali il mantello è bianco con grandi macchie nere.
  • Blu : Blu acciaio puro, sono ammesse macchie bianche al petto e ai piedi.
  • Platten : Corpo completamente bianco con la testa nera, parzialmente o completamente. Viene giudicato con i neri

Accoppiamenti consentiti tra le varietà di mantello [modifica]

Nel 1976 entrò in vigore in Italia un regolamento proposto dalla [Società Italiana Alani, il club specializzato della razza, per pianificare gli accoppiamenti tra le varietà di mantelli, ed evitare la nascita di cuccioli con colori "sbagliati". Da allora solo i cuccioli nati da varietà compatibili hanno diritto al pedigree.

Questi sono gli accoppiamenti consentiti:

  • fulvo X fulvo
  • fulvo X tigrato
  • tigrato X tigrato
  • tigrato X fulvo
  • arlecchino X arlecchino
  • arlecchino X nero da arlecchino
  • arlecchino X nero da nero
  • nero da arlecchino X nero da arlecchino
  • nero da arlecchino X nero da nero
  • nero da arlecchino X arlecchino
  • blu X blu
  • blu X nero da blu
  • nero da blu X nero da blu
  • nero da blu X blu
  • nero da nero X nero da nero
  • nero da nero X nero da arlecchino
  • nero da nero X arlecchino
  • nero da nero X blu

Cosa nasce dagli accoppiamenti? [modifica]

  • tra fulvi nascono solo cuccioli fulvi
  • tra fulvo e tigrato nascono fulvi e tigrati, o raramente tutti fulvi o tutti tigrati
  • tra blu nascono solo cuccioli blu
  • tra blu e nero da blu nascono nascono cuccioli blu e neri, o caso raro, tutti blu o tutti neri
  • tra nero e blu nascono cuccioli neri o neri e blu, o raramente, tutti blu
  • tra due arlecchini possono nascere arlecchini, neri, bianco-neri, mantel tiger, grigi arlecchinati e bianchi (albini) in proporzioni imprevedibili a causa della complessità del mantello arlecchino
  • tra due neri da arlecchino nasceranno solo neri, al massimo biancho-neri o mantel tiger
  • tra un nero da arlecchino e un arlecchino possono nascere tutte le varietà del gruppo dell'arlecchino, tranne il bianco
  • tra un nero da arlecchino e un mantel tiger (o bianco nero) ci sono le stesse probabilità che tra due neri da arlecchino
  • tra un nero da arlecchino e un bianco nasceranno solo arlecchino o grigi arlecchinati (merle).

I mantelli sbagliati [modifica]

Colori di mantello non previsti dallo standard:

Alano dal mantello Merle
  • grigi arlecchinati o merle: sono alani con il fondo grigio o blu e macchie nere
  • grigio-tigrati: alani con il fondo grigio o blu con tigrature nere
  • gli albini: alani tutti bianchi o bianchi con pochissime macchie nere

Alani con questi mantelli hanno diritto al pedigree ma sono esclusi dalla riproduzione.

Questi errori, sempre più rari, sono dovuti agli accoppiamenti tra tutte le varietà di mantello, permessi fino all'anno di entrata in vigore dello standard che li aboliva, ma i fratelli dal mantello corretto erano comunque portatori geneticamente di questi mantelli errati.

I merle, così come anche gli altri colori non consentiti dallo standard di razza, si differenziano dai "pregiati" fratelli arlecchini esclusivamente per il colore del mantello. Morfologicamente e caratterialmente sono infatti identici.

Per quanto riguarda i merle è stato fatto un passo avanti nelle leggi italiane e ora possiamo leggere dal sito dell'ENCI:

"Per quanto riguarda il rilascio di certificati genealogici a soggetti nati da genitori iscritti al Libro genealogico, che presentano un mantello non previsto dallo standard di razza, è stata recepita la normativa F.C.I. in vigore che prevede l'iscrizione di tali soggetti al Libro genealogico con la dicitura "soggetto non ammesso alla riproduzione" qualora il colore del mantello è incluso tra i difetti da eliminazione, da squalifica, o non è previsto dallo standard stesso"

Carattere e personalità [modifica]

L'alano è un cane tranquillo, equilibrato, docile e molto socievole. Ama la compagnia e si intristisce se tenuto isolato. Per via delle sua mole ha bisogno di un buon addestramento durante la giovinezza che gli permetta di non diventare troppo invadente e creare problemi alla famiglia che lo adotta. È molto intelligente ed apprende facilmente sia i divieti che ciò che "ci si aspetta" da lui, ma se non addestrato, tende ad essere molto espansivo e ciò può costituire un problema specie nei giochi con i bambini, che adora. Le tecniche di addestramento sono basate soprattutto sul comportamentismo sia tramite il condizionamento che tramite il condizionamento operante basate soprattutto sul rinforzo delle azioni positive messe in atto dall'animale.

Molto importante per questa razza è l'alimentazione, soprattutto nel cucciolo. I primi mesi di vita sono importanti perché sono cani che hanno uno sviluppo di crescita imperioso e che quindi hanno bisogno, più di altre razze, di essere seguiti con attenzione, per permettere una crescita armoniosa e corretta; molto spesso se mal alimentati rischiano di deviare gli appiombi, sia posteriori che anteriori. Quindi è consigliabile rivolgersi spesso al proprio allevatore o al proprio veterinario, per verificare una eventuale crescita anomala della struttura ossea.


AKITA - INU

Akita InuAKITA - INU


'Akita Inu (秋田犬?) è una razza giapponese di cani da lavoro, utilizzati sia per la guardia che per la caccia. Viene anche chiamato semplicemente Akita (秋田), in quanto "inu" significa "cane" in giapponese.

L'akita è una razza antica, che ancora oggi ha un significato particolare in Giappone: statuineraffiguranti questi cani vengono regalate ai neonati e agli infermi come augurio di buona salute e felicità. Di razza akita era anche Hachiko, che divenne famoso in tutto il mondo per essere sempre stato devoto al padrone fino alla morte, diventando un simbolo di fedeltà nella propria nazione.

Un tempo il possesso di questi cani era limitato ai membri della famiglia reale e all'aristocrazia ed esistevano disposizioni speciali in merito alla cura e al nutrimento da riservare loro; inoltre, per riferirsi ai cani o rivolgersi a essi si doveva ricorrere a un particolare vocabolario.

Fin dal XVII secolo gli akita furono addestrati alla caccia di grosse prede (orsi) e al riporto divolatili acquatici sulle montagne del Giappone.

Vennero importati per la prima volta negli Stati Uniti nel 1937 dalla scrittrice Helen Keller e a partire dalla seconda guerra mondialediventarono sempre più popolari.


L'Akita è un cane grosso e potente, dalla testa massiccia. Il muso è largo e pieno, con un grosso naso nero. Le orecchie sono erette, piccole rispetto alla testa e leggermente inclinate in avanti sugli occhi. Il torace è ampio e profondo, il collo grosso e muscoloso e la pelle lassa. La coda, larga e piena, è arricciata sul dorso. Il pelo è ruvido, corto e molto fitto.

I maschi raggiungono un'altezza di circa 67 cm al garrese, mentre le femmine sono circa 60 cm.


L'Akita può talvolta essere aggressivo nei confronti di estranei, animali più piccoli o altri cani, in particolare con quelli dello stesso sesso[1]. Come per le altre razze questo comportamento può essere evitato facendo interagire il cane con l'esterno già da piccolo, abituandolo quindi a vedere altre persone e animali.

Gli Akita sono cani fedeli e intelligenti e a causa di questo si annoiano facilmente. Il risultato è che talvolta diventano distruttivi se non gli si da qualcosa con cui giocare. Possono vivere facilmente in appartamento e con molto esercizio.


L'aspettativa di vita di un Akita è attorno ai 10 anni,[2] simile a quella di altre razze della medesima taglia.[3]

In una ricerca del 2004 nel Regno Unito, la principale causa di morte di un Akita è il cancro (32%), seguito da problemi cardiaci (14%) e gastrointestinali (14%).[4] In una ricerca del 2000-1, la causa principale di morte è il cancro (21%), seguito da problemi gastrointestinali (21%), problemi muscolo-scheletrici (15.5%) e autoimmuni (7%).[5]

Alcuni problemi che possono alterare la salute di un Akita sono:

  1. Herpesvirus canino, un virus della famiglia Herpesviridae che attacca i canini affetti.
  2. Torsione dello stomaco
  3. Pemfigo, una patologia bollosa che attacca la cute